Keller e Siegrist (2015) si sono proposti di indagare se i tratti di personalità, considerando il modello dei Big Five (McCrae e Costa, 1997), influenzino le scelte alimentari delle persone.
Il modello si compone di: nevroticismo, che ad alti livelli aumenta il rischio di depressione, estroversione, cioè l’essere attivo, ottimista e assertivo, apertura all’esperienza, con curiosità e capacità di immaginazione, coscienziosità, cioè autodisciplina, gradevolezza, ossia altruismo e simpatia. Riguardo agli stili alimentari, gli autori hanno distinto “mangiare emotivo”, ossia consumo di cibo in risposta a stress o emozioni negative; “mangiare esterno”, in risposta a stimoli esterni; “alimentazione moderata”, cioè restrizione consapevole di cibi energetici.
Il campione è stato composto da 951 partecipanti, valutati con: il NEO Five – Factor Inventory (Costa e McCrae, 1992), con 60 items sulla personalità a cui attribuire un punteggio su scala Likert a 5 punti in base all’accuratezza; l’Eating Behavior Questionnaire (DEBQ; Van Strie et al., 1986) con 33 items divisi tra scala dell’alimentazione moderata (10 items) che misura il controllo del peso e scala emozionale (13 item) che indagano il mangiare in risposta ad emozioni negative; il Food Frequency Questionnaire (FFQ) per indagare con quanta frequenza sono consumati diversi tipi di cibi e bevande.
Le donne hanno riportato livelli maggiori di nevroticismo, apertura all’esperienza e gradevolezza; risultano inoltre più contenute nel mangiare, preferendo frutta e verdura, rispetto a carne e bevande zuccherate.
È emerso che i fattori di personalità correlano con gli stili alimentari: chi è più estroverso, con una fitta rete sociale che li porta ad uscire a pranzo o cena sono più esposti all’”alimentazione esterna”, cioè ai cibi buoni e golosi; chi ha un elevato livello di nevroticismo tende maggiormente all’alimentazione “emotiva” ed “esterna”; gli individui coscienziosi hanno uno stile alimentare più propenso alla dieta, prediligendo verdura e insalate.
Chi è più aperto alle nuove esperienze predilige frutta e verdura rispetto a carne e bevande zuccherate, così come chi ha un’elevata gradevolezza.
L’alimentazione esterna si associa negativamente al consumo di frutta; lo stile moderato si associa positivamente al consumo di verdure; l’alimentazione esterna ed emotiva fa prediligere cibi dolci e salati, correlati invece negativamente con l’alimentazione moderata. L’estroversione sembra l’unico tratto che correla positivamente col consumo di carne e bevande dolci, associate anche all’alimentazione esterna.
Le caratteristiche di personalità hanno quindi un ruolo molto importante nella scelta del cibo e nello stile alimentare; chi ha elevata coscienziosità ha tendenzialmente un’alimentazione più equilibrata e controllata, anche perché c’è una generale abilità nel gestire i fattori stressanti. L’apertura all’esperienza poi favorisce un’alimentazione sana: probabilmente questi soggetti sono più propensi ad assaggiare anche i cibi meno invitati.
Chi ha un’elevata gradevolezza evita la carne, spesso per motivazioni etiche, come se estendesse il tratto anche agli animali, oltre che alle persone.
L’estroversione invece è associata ad un maggior consumo di carne, per il costo inferiore o perché è più pratica da cucinare: paradossale che questo tratto protegga la salute mentale, ma si configuri come rischio per un’alimentazione scorretta. La personalità quindi può essere un fattore di rischio per una dieta sbilanciata, con l’aumento di probabilità di sviluppare malattie croniche quali patologie cardiovascolari, diabete o cancro.