Il testo è scritto da Paolo Legrenzi, Professore di Psicologia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Usando come metafora quella di un funambolo, descrive come la situazione pandemica del Covid-19 stia scatenando meccanismo di paura, i quali potrebbero diventare essi stessi nocivi, se gestiti con poco equilibrio. Il modo in cui la nostra mente lavora e le risposte emotive hanno una natura istintiva e mobilitano meccanismi protettivi quali l’evitamento, la fuga o l’aumento del controllo; tutto ciò avviene anche durante la pandemia.
A ciò si aggiunge il contagio sociale, aggravato dalla informazioni false che possono amplificare le nostre paure. La paura non è di per sé un’emozione negativa, ma va gestita in maniera equilibrata, perché sottovalutare un pericolo è altrettanto pericoloso quanto sopravvalutarlo. L’essere umano cerca di ridurre in schemi semplici la complessità del mondo, per comprenderlo meglio senza sprecare energie; ma dobbiamo essere coscienti che tali meccanismi di semplificazione, se portati all’eccesso, possono provocare danni all’uomo.
Come difenderci? Imparando a distinguere un pericolo soggettivo da uno oggettivo, valutando le cause, ma anche le concause di un fenomeno, sviluppando senso critico e filtrando le informazioni su un evento, coltivando la speranza.
E questo vale anche nel periodo dell’emergenza Coronavirus: è sbagliato sia comportarsi in maniera irresponsabile, sia esasperare i meccanismi di paura riguardo alle varie ed eventuali conseguenze. È importante affrontare questa paura, anche riducendo il flusso di informazioni da parte dei media e, ad esempio, concentrandosi non solo sui nuovi contagi o decessi, ma anche sull’aumento giornaliero del numero di guariti, distinguendo cause e concause, discriminando le morti “per” e “con” Covid-19.
Il libro è stato scritto all’inizio della pandemia, ma offre una panoramica completa della situazione che ancora oggi viviamo; può insegnare al lettore come superare questa impresa funambolica collettiva