Il climaterio è un processo biologico naturale causato dalla diminuzione della produzione di ormoni sessuali come il progesterone e gli estrogeni da parte delle ovaie e sancisce, con la menopausa, la fine del periodo di fertilità della donna.
Allo stesso tempo può rappresentare un momento critico, sia a causa della sintomatologia, come le vampate, che possono avere delle significative ripercussioni nella vita quotidiana e nel benessere individuale, sia come importante momento per una ridefinizione personale nel proprio ruolo di donna ed eventualmente di madre.
Durante questo periodo di cambiamenti, spesso le pazienti riportano un declino della memoria semantica, quella memoria che riguarda le conoscenze generali sul mondo, come le parole stesse; nello specifico l’attività cerebrale dell’ippocampo e della corteccia prefrontale, aree implicate nella codifica e nel recupero del materiale verbale, sembrano influenzati dai cambiamenti di estradiolo, ormone sessuale femminile.
Studi recenti hanno evidenziato come le alterazioni delle funzioni cerebrali descritte fino ad ora siano associate ad uno dei sintomi più comuni della menopausa: le vampate e i sudori notturni, definibili più tecnicamente come Sintomi Vasomotori, che consistono in un rapido aumento della conduzione cutanea.
È stata dimostrata un’associazione tra la misurazione di questi sintomi piuttosto che la loro percezione soggettiva e i punteggi di memoria e performance cognitive; si è notato inoltre un miglioramento della memoria semantica nelle donne che seguivano un trattamento farmacologico per la diminuzione dei sintomi vasomotori.
Un altro studio ha indagato questo aspetto della menopausa, integrando tecniche di neuroimaging funzionale, un insieme di strumenti tecnologici e di procedure sperimentali per la visualizzazione del cervello “in vivo”, ai test cognitivi e alla misurazione della sintomatologia vasomotoria per ottenere un riscontro valido dell’attività dell’ippocampo e della corteccia prefrontale durante dei compiti di memoria verbale. Per l’esperimento, sono state reclutate 14 donne entrate in menopausa da almeno sei mesi e che riportassero almeno 35 episodi di vampate alle quali è stato chiesto di indossare un apparecchio in grado di rilevare i cambiamenti nella conduzione cutanea per rilevare i sintomi vasomotori, dovendo allo stesso tempo riportare, tramite un bottone, la percezione soggettiva degli stessi valutando poi la severità della vampata su una scala Likert con punteggio da 0 a 10. Le partecipanti hanno inoltre compilato diversi test di funzionalità cognitiva legati alla memoria, come, per esempio, la ripetizione di una breve storia dopo un intervallo di 20 minuti dal primo ascolto.
Le partecipanti durante lo svolgimento dei compiti si trovavano in un macchinario di risonanza magnetica funzionale, ricevendo le istruzioni tramite interfono e segnalando le proprie risposte tramite dei pulsanti.
Le analisi di regressione lineare, un modello statico, hanno confermato che solo la misurazione dei sintomi vasomotori rendeva conto della varianza riscontrata nei punteggi di memoria logica, nei termini di un peggioramento della performance di compiti di memoria verbale e accompagnato da una maggior attivazione dell’ippocampo, del paraippocampo e di diverse porzioni della corteccia prefrontale.
Gli autori concordano nell’ipotizzare che le alterazioni nella funzionalità dell’ippocampo e della corteccia prefrontale possano essere dovuti a cambiamenti nell’attività del sistema nervoso simpatico e dell’asse ipotalamo-ipofisi.
Sebbene lo studio non possa concludere un nesso causale tra la presenza di sintomi vasomotori e il declino della memoria, ma semplicemente una correlazione, questa, risulta un buon punto di partenza per studi futuri che nel caso in cui ne dimostrassero la causalità potrebbero costruire un potenziale target per interventi terapeutici sui fattori di rischio nel declino mnestico della mezza età.