“Accadeva ogni mese, inizialmente non me ne rendevo conto, ma improvvisamente mi sentivo come se mi fossi trasformata in un corpo diverso. Incapace di trovare un perché al mio malessere. Le mie inquietanti emozioni prendevano possesso come in un colpo di stato e mettevano in subbuglio la mia quotidianità. Un continuo alternarsi di tristezza, rabbia, ansia si prendevano beffa della mia serenità così da lascarla stremata ogniqualvolta decidevano che si erano divertiti abbastanza e il loro lavoro era terminato”.
Irritabilità, ansia, umore depresso, sentimenti di irrequitezza e di disperazione sono una parte di ciò che rientra in quella che viene chiamata La Sindrome Premestruale (SPM) comprende una ampia varietà di sintomi ciclici e ricorrenti di natura fisica, emozionale, comportamentale e cognitiva che si verificano durante la fase luteale del ciclo mestruale e che vanno in remissione rapidamente con l’inizio della mestruazione. I sintomi compromettono il funzionamento normale della persona e si ripresentano al ciclo successivo.
Si risale a Robert I. Frank che, nel 1931, riferendosi alla “tensione premestruale” descrisse un quadro clinico vero e proprio caratterizzato da sintomi sia fisici che psichici. Egli collegò questi disturbi alla fase luteinica del ciclo e li attribuì alla ritenzione, nell’organismo femminile, di ormoni sessuali che aveva rinvenuto in quantità inferiori alla norma nelle urine nelle donne in fase premestruale.
Nel 1953 fu introdotto il termine Sindrome Premestruale (SPM) da Greene e Dalton ed è attualmente ancora in uso. L’ American Psychiatric Association distingue la SPM dal Disturbo Disforico Premestruale (DDPM) in quanto quest’ultima è una forma più grave dove i sintomi di rabbia, irritabilità e tensione interna sono accentuati.
Secondo il DSM-5, per porre diagnosi di disturbo disforico premestruale, devono essere presenti nell’ultima settimana prima dell’inizio delle mestruazioni almeno cinque sintomi, che dovrebbero iniziare a migliorare entro pochi giorni dopo l’inizio delle mestruazioni con progressiva diminuzione e scomparsa nei giorni successivi.
Ma quali sono i sintomi principali presenti nel periodo premestruale?
Possono presentarsi uno o più sintomi tra:
- Marcata labilità affettiva (per es., sbalzi di umore; sentirsi improvvisamente tristi o tendenti al pianto, oppure aumentata sensibilità al rifiuto).
- Marcata irritabilità o rabbia oppure aumento dei conflitti interpersonali.
- Umore marcatamente depresso, sentimenti di disperazione o pensieri autocritici.
- Ansia marcata, tensione e/o sentirsi con i nervi a fior di pelle.
In aggiunta ai suddetti sintomi può aggiungersi nel quadro clinico del soggetto:
- Diminuito interesse nelle attività abituali (per es., lavoro, scuola, amici, hobby).
- Difficoltà soggettiva di concentrazione.
- Letargia, facile faticabilità o marcata mancanza di energia.
- Marcata modificazione dell’appetito; sovralimentazione; o forte desiderio di cibi specifici.
- Ipersonnia o insonnia.
- Senso di sopraffazione o di essere fuori controllo.
- Sintomi fisici come indolenzimento o tensione del seno, dolore articolare o muscolare, sensazione di “gonfiore” oppure aumento di peso.
E’ necessario sottolineare che nel periodo della fase premestruale i disagi esperiti possono essere di diversa entità per ogni donna, difatti si distinguono:
- Sindrome premestruale (SPM) di grado lieve;
- Sindrome premestruale di grado moderato;
- Sindrome premestruale di grado grave;
- Disturbo disforico premestruale (DDPM).
Il grado lieve e moderato di tale disturbo non sono invalidanti, invece l’entità grave e il DDPM possono compromettere diverse aree di funzionamento del soggetto come quella sociale, lavorativa e familiare.
All’interno del DSM-5 il disturbo disforico premestruale è inserito all’interno della categoria dei Disturbi dell’Umore. Al fine di identificare se e quale disturbo dell’umore è insorto è necesario effettuare un corretto processo diagnostico che deve mettere in considerazione la ciclicità dei sintomi in relazione al ciclo mestruale (nel caso del disturbo disforico premestruale) rispetto ad altri disturbi in cui la co-occorrenza dei sintomi è assente.
Il disturbo disforico premestruale è tecnicamente parte, secondo il DSM-5, della categoria dei Disturbi dell’Umore. E’ quindi importante effettuare un corretto processo diagnostico al fine di identificare se e quale disturbo dell’umore è insorto nella donna, per l’appunto considerando la ciclicità in relazione al ciclo mestruale della presenza sintomatologica nel caso del disturbo disforico premestruale a differenza di altri disturbi in cui tale co-occorenza dei sintomi con le fasi del ciclo mestruale risulta assente.
Trattamento della sindrome premestruale
Per un trattamento efficace è importante accompagnare il soggetto a una maggiore conoscenza dei sintomi fisici, emotivi e cognitivi così da renderlo capace di riconoscerli al momento della comparsa per non sentirne sopraffatti. In tal senso, si mostra di grande giovamento l’utilizzo di un diario o di un calendario dei sintomi.
In concomitanza a un percorso di conoscenza è importante fornire nuove competenze al soggetto per poter affrontare l’insorgenza dei sintomi come tecniche di rilassamento, mindfullness o attività fisica. Quest’ultima favorisce il rilascio di endorfine, sostanze utili per combattere il dolore, e l’aumento di serotonina, importante per il miglioramento dell’umore e del sonno.
E’ possibile seguire un trattamento farmacologico suggerito da uno specialista oppure avviare un percorso psicoterapico al fine di fornire degli strumenti di regolazione emotiva e cognitiva.
La psicoterapia può essere un percorso parallelo oppure un’alternativa agli altri trattamenti con cui non si è trovato sollievo, in quanto la sintomatologia psicopatologica premestruale può avere anche cause psicologiche come, ad esempio, un vissuto psicologico conflittuale con il ciclo mestruale.