Il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) rappresenta un disturbo significativo, colpendo dal 5% al 10% della popolazione, e si manifesta a seguito di eventi traumatici, come gravi lesioni, minacce di morte o violenze. Durante tali eventi, le persone reagiscono con orrore, paura e impotenza, lasciando un’impronta psicologica profonda.
Tra gli eventi traumatici riconosciuti figurano la violenza sessuale, situazioni di ostaggio o imprigionamento, catastrofi naturali, incidenti gravi, guerre e altri scenari impattanti. I sintomi del PTSD si manifestano attraverso rievocazioni invasive dell’evento, evitamento di stimoli associati, riduzione della reattività generale, ipervigilanza e reattività fisiologica intensa.
L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un approccio terapeutico innovativo, focalizzato sulla rielaborazione dei ricordi traumatici. Questa metodologia utilizza movimenti oculari o stimolazioni alternative per trattare il disturbo da stress post-traumatico. L’EMDR attiva un meccanismo innato di elaborazione delle informazioni, accelerando la desensibilizzazione dei ricordi disturbanti.
Dopo le sedute di EMDR, i pazienti sperimentano una desensibilizzazione dei ricordi traumatici, riducendo l’intensità emotiva negativa. La metodologia mira a cambiare prospettive, incorporare emozioni adattive e consentire comportamenti più sani. Questo approccio è stato riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità per il trattamento del PTSD.
La mindfulness, derivata da pratiche buddiste, è un’altra risorsa terapeutica. Questa pratica si concentra sull’attenzione consapevole al momento presente, educando a conoscere il proprio corpo e le emozioni. La mindfulness, insegnata attraverso la meditazione, promuove la gestione dello stress, la risoluzione dei conflitti e il miglioramento del benessere complessivo.
Jon Kabat-Zinn, noto per l’integrazione terapeutica della mindfulness, definisce questa pratica come il vivere in armonia con sé stessi e il mondo. La mindfulness, mediante una pratica meditativa, favorisce la consapevolezza e la gestione delle emozioni distruttive, promuovendo l’equanimità e la saggezza.
Quando si esplora l’integrazione di EMDR e mindfulness nel trattamento del PTSD, emerge un potenziale complementare. L’EMDR facilita la desensibilizzazione neurofisiologica, spostando i ricordi traumatici dalla corteccia prefrontale, mentre la mindfulness rinforza questa regione cerebrale, contribuendo alla consapevolezza e alla gestione delle risposte emotive.
In sintesi, l’EMDR e la mindfulness emergono come risorse terapeutiche preziose per affrontare il PTSD, offrendo approcci complementari nella desensibilizzazione dei ricordi
traumatici e nel potenziamento delle capacità di gestione emotiva attraverso la consapevolezza del momento presente.