Lo studio esamina il fenomeno in cui, durante eventi pubblici dal vivo, le donne fanno meno domande rispetto agli uomini. Le domande e le risposte sono importanti per il dibattito e il confronto di idee, ma spesso le donne sono riluttanti a porsi domande in pubblico. Un’indagine ha rilevato che, anche quando il numero di uomini e donne presenti era uguale, erano principalmente gli uomini a porre domande.
Le donne si sentono scoraggiate a fare domande in pubblico per diverse ragioni, tra cui la mancanza di coraggio, l’ansia di parlare davanti agli altri e la percezione di sé come meno intelligenti. Al contrario, gli uomini tendono a sentirsi incoraggiati a intervenire se credono di aver individuato errori nell’orazione del relatore.
La ricerca ha anche esaminato la natura delle domande poste da uomini e donne e ha constatato che non vi sono differenze significative tra i generi in termini di lunghezza o complessità delle domande.
Gli eventi online e l’uso di app per le domande hanno fornito una soluzione parziale a questo problema, consentendo alle persone di porre domande in modo anonimo e senza dover alzare la mano. Tuttavia, il ruolo dei moderatori è essenziale nel creare un ambiente in cui tutti si sentano a proprio agio nel porre domande. Scegliere una donna per fare la prima domanda e incoraggiare la partecipazione di entrambi i sessi può contribuire a migliorare la partecipazione delle donne nelle discussioni pubbliche. Inoltre, fare una breve pausa tra la presentazione del relatore e il periodo di domande può aiutare le persone a formulare meglio le loro domande e a evitare la ripetizione di argomenti già trattati.