Il disturbo da gioco d’azzardo (gambling o DGA) è un comportamento problematico e maladattivo, persistente o ricorrente, caratterizzato dall’incapacità di resistere alla tentazione di giocare somme di denaro elevate. Esso si distingue dal quello ludico per la perdita di controllo su frequenza, intensità e coinvolgimento nel gioco con conseguenze negative a livello relazionale, finanziario e professionale.
Dipendenza da gioco d’azzardo
La dipendenza da gioco d’azzardo si colloca nel Manuale dei Disturbi Mentali (DSM-V, 2013) nell’area delle dipendenze patologiche; per una sua diagnosi è necessaria la presenza di almeno 4 tra una serie di sintomi che abbiano una durata non inferiore a 12 mesi.
A livello mondiale, si stima che tra lo 0,5 e il 4% degli adulti soddisfa un numero di criteri diagnostici compresi tra tre e quattro, soglia compatibile con la presenza di gioco d’azzardo problematico, mentre tra lo 0,2 e il 2,1% presentano cinque o più criteri diagnostici.
Gioco patologico
L’epidemiologia del gioco patologico ha ricevuto poca attenzione rispetto a quella di altre dipendenze, tuttavia, soprattutto nell’ultimo ventennio, le notevoli e persistenti conseguenze negative associate a tale disturbo (tra cui la scarsa qualità di vita e gli alti tassi di suicidio) hanno rafforzato la necessità di individuare e garantire un trattamento efficace. Infatti, nonostante vi siano evidenze sulla possibile remissione spontanea in circa il 35% dei casi, più frequentemente il decorso è cronico.
A rendere più complicato il lavoro dei clinici e dei ricercatori contribuiscono due fattori: il primo è la vasta eterogeneità che caratterizza i casi; il secondo è l’estrema comorbidità con altri disturbi. Il DGA risulta, infatti, frequentemente associato ad un aumento nell’uso di sostanze, depressione e disturbi d’ansia.
Trattamento e disturbo da gioco d’azzardo
Le ricerche evidenziano inoltre che, nonostante la grave compromissione nella qualità di vita, solo una piccola percentuale (meno del 6%) dei soggetti affetti richiede formalmente un trattamento strutturato. In presenza di una condotta disfunzionale, tra le motivazioni più frequenti che contribuiscono alla scarsa richiesta di cure troviamo il desiderio di gestire il problema in maniera indipendente, la mancanza di informazione sui servizi terapeutici territoriali e un senso di vergogna.
Trattamenti comuni
Sebbene attualmente non vi sia accordo su un trattamento standard e non tutti gli approcci abbiano ricevute le dovute prove di efficacia, quelli più proposti sono:
- in regime di ricovero;
- intensivo ambulatoriale;
- terapia cognitivo-comportamentale (TCC) individuale o di gruppo;
- terapia farmacologica.
I più indagati sono probabilmente la TCC e la terapia con farmaci antagonisti degli oppioidi; in particolare, la terapia cognitivo-comportamentalee gli interventi brevi di stampo puramente motivazionale sembrano mostrare gli effetti più positivi e con maggior coerenza.
A questo proposito sono stati pubblicati, oltre ad un certo numero di rassegne sistematiche e meta-analisi, molteplici studi con disegno trasversale e alcuni studi longitudinali sui loro effetti e sulle distorsioni cognitive che accompagnano lo sviluppo e il mantenimento del DGA.
Studio di modalità terapeutiche
Peter e colleghi (2019) hanno recentemente condotto uno studio di meta-analisi con l’obiettivo di testare un più ampio spettro di modalità terapeutiche. Tra questi si sono messi in luce, grazie ai loro effetti potenzialmente promettenti nel ridurre il gioco d’azzardo problematico, i Personalized Feedback Interventions, sviluppati come interventi brevi, molto specifici e direttivi.
L’interesse dei ricercatori ha anche riguardato, oltre alla tipologia di intervento, il ruolo che rivestono il numero di sedute di trattamento. Dalle ricerche effettuate è emerso che un intervento che prevede dalle 6 alle 8 sedute di TCC e vi integra interventi di tipo motivazionali può essere considerato il più efficace sulla base degli studi condotti finora. In casi particolari è stato provato che possono essere sufficienti anche interventi molto brevi, addirittura di una sola seduta. Questa modalità funziona in special modo con le persone che presentano una forma subclinica del disturbo, cioè i cosiddetti giocatori d’azzardo problematici.
Risultati dei trattamenti
Tuttavia le evidenze sono ancora lontane dal raggiungere una conclusione definitiva, emergono infatti risultati contrastanti a seconda del disegno di ricerca e del contesto in cui gli studi sono stati effettuati.
In alcuni di essi non sembrano addirittura emergere differenze statisticamente significative tra terapie svolte in un’unica volta e terapie multi-sessione, mentre in altri casi gli outcome terapeutici migliorano al crescere del numero di sessioni previste.
Gli alti tassi di abbandono (drop-out) registrati con questa tipologia di persone rendono necessari confronti più mirati che tengano in considerazione non tanto la durata prestabilita e/o concordata del trattamento, quanto il numero di sessioni a cui il paziente realmente partecipa e la percentuale di completamento del programma terapeutico.
Terapia cognitivo-comportamentale e disturbo da gioco d’azzardo
Gli autori di uno studio (Pfund e colleghi, 2020) hanno confrontato i risultati ottenuti da quattordici studi indipendenti tenendo in considerazione la frequenza del gioco d’azzardo, il tempo dedicato a questa attività e l’intensità della problematica o del disturbo.
Nuovamente la TCC risulta il trattamento utilizzato maggiormente (37%) e a questo seguono la TCC integrata con intervista motivazionale (32%), l’intervento motivazionale (16%), la terapia cognitiva (10%) ed infine gli interventi basati su feedback personalizzati (5%).
La maggior parte degli interventi sono svolti individualmente, mentre il 26% in modalità gruppale. Questi trattamenti sono stati inoltre confrontanti con diverse condizioni di controllo: lista d’attesa, valutazione diagnostica, indicazione di interventi di auto-aiuto e psicoeducazione. Dai dati di meta-analisi risulta che, come ipotizzato dai ricercatori, gli esiti migliorano quando il trattamento presuppone un numero maggiore di sedute che vengono proposte ai pazienti e che vengono realmente svolte.
Per un trattamento dalla dipendenza da gioco d’azzardo , contatta il Centro Medico Carugate in Via Bertarini, 22, 20061 Carugate MI. Telefono: 340 322 5040