Soprattutto nella popolazione più giovane continuano a crescere le diagnosi di disturbi dell’alimentazione. È importante occuparsi di questi disturbi poiché uno dei fattori di prevenzione è l’analisi, la scoperta e comprensione in età adolescenziale di tutte quelle condizioni che possono favorirne l’insorgenza.
Disturbi dell’alimentazione
Nel DSM 5 vengono distinti in 8 categorie diagnostiche all’interno del capitolo denominato “disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”:
- Pica;
- Mericismo;
- Disturbo alimentare evitante/restrittivo;
- Anoressia nervosa;
- Bulimia nervosa;
- Disturbo dell’alimentazione incontrollata;
- Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione specificato: comprende tutti i casi sottosoglia di anoressia, bulimia, disturbo dell’alimentazione incontrollata e condotte di eliminazione o di sindrome del mangiare di notte;
- Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione non specificato: in questo disturbo mancano le informazioni che specifichino le sue caratteristiche.
Multifattorialità dei disturbi dell’alimentazione
L’eziopatogenesi di questi disturbi viene definita multifattoriale, ovvero dipendente da fattori genetici, ambientali, psicologici (fattori predisponenti), diete restrittive e difficoltà personali (fattori precipitanti) e sindrome da digiuno e il rinforzo positivo dell’ambiente (fattori di mantenimento).
Valutazione ed esame clinico anamnestico
La valutazione, quindi, comprende anche un esame clinico-anamnestico in cui vengono prescritte numerose analisi (delle urine, l’emocromo, la glicemia, l’assetto lipidico, il BMI e così via) al fine di giungere ad un quadro complessivo circa le condizioni di salute generali e specifiche del paziente.
Se tutte queste analisi vengono eseguite correttamente e in modo più approfondito possibile, si potranno escludere altre patologie che possono avere effetti secondari sulla relazione con il cibo.
Immagine corporea e disturbi alimentari
Tra i maggiori fattori di rischio e di mantenimento, troviamo l’immagine corporea. Questa è spesso vittima di insoddisfazione e percezioni negative che portano dunque all’assunzione di condotte alimentari a rischio.
A questo proposito Fairburn definisce i disturbi alimentari come dipendenti da un’eccessiva importanza attribuita al peso, alla forma del corpo e al controllo dell’alimentazione che rendono il corpo uno scopo, un fine.
Se inizialmente sono stati evidenziati come principali meccanismi di mantenimento l’autostima e il perfezionismo, recenti studi hanno dimostrato che anche il rimuginio e il controllo perpetuino gli effetti di questi disturbi.
Sentirsi giudicati
Parallelamente, un fattore di rischio importante è il criticismo percepito: sentirsi costantemente giudicati da altri importanti per sé, porta a tutte quelle forme di controllo ossessivo tipiche dei soggetti con disturbi dell’alimentazione.
Questo controllo risiede appunto nel peso, nel cibo, nel seguire drastici regimi alimentari, il tutto rinforzato dai risultati ottenuti da tali condotte con conseguenti ripercussioni sul piano personale e relazionale. Spesso, infatti, i pazienti si trovano a rifugiarsi nelle proprie abitudini che non si conciliano con l’esterno, ricadendo in una quotidianità isolata e insana.
I principali disturbi dell’alimentazione
I principali disturbi alimentari sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating disorder.
Anoressia nervosa
I criteri diagnostici individuati dal DSM 5 per l’anoressia nervosa sono i seguenti:
- Restrizione nell’assunzione di calorie;
- Peso corporeo significativamente basso;
- Intensa paura di ingrassare;
- Alterazione della rappresentazione mentale del proprio corpo.
Se questa patologia si presenta in concomitanza con abbuffate e condotte di eliminazione si parla di anoressia di tipo 2.
Bulimia nervosa
La bulimia nervosa presenta tipicamente abbuffate (ingestioni di quantità di cibo superiore alla media) e inappropriate condotte compensatorie almeno una volta a settimana per tre mesi. Queste ultime possono consistere nell’utilizzo di lassativi, nel vomito autoindotto, nel digiuno o in un’intensa attività fisica.
L’emozione persistente nelle persone affette da questo disturbo è quella di essere un fallimento costante a causa delle abbuffate molto frequenti.
Sovrappeso o obesità
Il Binge Eating Disorder (BED), invece, consiste in una condizione di sovrappeso o obesità dovuta a condizioni psicologiche e non a patologie mediche. Si trova sul versante opposto dei primi due disturbi poiché non viene manifestato alcun interesse per il peso o per la forma fisica, ma sono presenti continue abbuffate senza alcuna preoccupazione per l’eliminazione di quanto assunto.
Le abbuffate sono caratterizzate da mangiare:
- più rapidamente del normale;
- fino ad avere una sensazione dolorosa;
- grandi quantità di cibo pur non avendo fame;
- in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite;
- provare disgusto di sé, intensa colpa o disagio dopo aver mangiato troppo.
I soggetti obesi spesso vengono emarginati ed esclusi, per questo le abbuffate diventano una sorta di protezione, di muro di difesa; al tempo stesso il cibo può essere usato come strumento di punizione o di auto medicazione nei confronti delle emozioni negative.
Disturbo dell’alimentazione: problema di obesità
Il fattore maggiormente indagato a livello di mantenimento dell’obesità è la sensibilità al cibo: questo risulta spesso essere appetitoso e gratificante per questi soggetti che saranno portati a non resistere alla sua vista.
A questo proposito potrebbero essere responsabili di questo meccanismo una scarsa attività o un deficit nelle funzioni esecutive implicate nella capacità di inibizione comportamentale e una forte predisposizione e necessità di ricompensa immediata.
Da tutti questi fattori si può ben comprendere come alla base dello sviluppo e mantenimento dei disordini alimentari non ci sia solo il cibo, ma numerosi fattori psicologici che impediscono al soggetto di mantenere delle condotte normali e soprattutto sane.
In caso di disturbi alimentari confrontati con i nostri specialisti, contatta il Centro Medico Carugate in Via Bertarini, 22, 20061 Carugate MI. Telefono: 340 322 5040