“Mi sono sempre preoccupata di come vengo percepita . Questo probabilmente deriva dalla mia mancanza di autostima. Quello che sento è avere necessariamente l’approvazione da parte degli altri per sentire che valgo qualcosa. Combinate questo con una logorante fobia di essere sbagliato e una difficoltà a parlare quando ero giovane […]. Nella mia testa, se tacevo, non potevo essere sbagliata. Non potevo essere giudicata. Sono riuscita a costruire questa immagine di qualcuno con poche cellule cerebrali nella testa che potrebbero svanire così che le persone potrebbero pensare che sia stupida. Quindi stavo tranquilla. Rispondevo alle domande a denti stretti se richiesto, ma non lo farei mai volontariamente. Questa è una cosa che persiste tutt’oggi”.
Così si racconta Ellena, in una piattaforma famosa che raccoglie diversi blog, per lei la paura di essere giudicato diviene il centro della vita e un monito che non le permette di aprirsi a nuove esperienze, con la preoccupazione che qualcosa di brutto potrebbe ripercuotersi sulla sua immagine.
Questa enorme paura è riconosciuta come ansia sociale ed è una condizione di disagio e paura marcata che un individuo sperimenta in situazioni sociali nelle quali vi è la possibilità di essere giudicato dagli altri, per timore di mostrarsi imbarazzato, di apparire ridicolo o incapace ed essere umiliato di fronte agli altri.
Le persone che temono situazioni sociali hanno completamente compromesso la capacità di trarre beneficio dalla possibilità di relazionarsi in contesti sociali e hanno una probabilità molto alta di mettere in atto modalità comportamentali disfunzionali di fronteggiamento e di risoluzione di problemi.
Difatti a medio e lungo termine, la conseguenza della fobia sociale o disturbo d’ ansia sociale, se non trattato, è un impoverimento della vita dell’individuo, che spesso conduce una vita ritirata, con poche amicizie e poche occasioni di svago; analogamente essa può compromettere la carriera scolastica e/o lavorativa con conseguente danno per l’immagine e l’autostima.
Di conseguenza, le problematiche che emergono in chi soffre di fobia sociale possono concorrere allo sviluppo di tristezza e senso di insoddisfazione per sé e per la propria vita, e in alcuni casi può insorgere un disturbo dell’umore depressivo.
Un altro fenomeno che può accompagnare la fobia sociale è l’abuso di sostanze e/o l’ abuso alcolico come strategie disfunzionali per gestire gli elevati livelli di ansia nelle situazioni sociali temute (si pensi a un fobico sociale durante un party) nonché per alleviare la tristezza e la sofferenza legate a un generale senso di insoddisfazione e inadeguatezza del sé in ambito sociale.
In merito alla presenza di comportamenti disfunzionali come l’abuso di alcol, alcuni studiosi del Norwegian Institute of Public Health si sono focalizzati su come e a che livello i disturbi d’ansia (disturbo d’ansia generalizzata, disturbo d’attacco di panico, agorafobia e fobia sociale) siano correlati all’abuso e alla dipendenza da alcol.
Da questo studio, attraverso la somministrazione di interviste semi-strutturare ad un campione di 2,801 gemelli adulti, è emerso che per l’ansia sociale i sintomi collegabili all’alcolismo sono in maniera nettamente superiore rispetto agli altri disturbi d’ansia.
Queste conferme scientifiche sono l’ulteriore prova del fatto di quanto sia importante prevenire e identificare alcuni quadri comportamentali che potrebbe instaurarsi come un vero e proprio disagio che indurrebbe a strategie di coping disfunzionali o a dipendenze.
Sul versante terapeutico, secondo diverse linee guida internazionali ( ad esempio, NICE “National Institutefor Health and Clinical Excelence, 2011) la psicoterapia di tipo cognitivo – comportamentale è uno dei trattamenti più efficaci per la cura della fobia sociale, finalizzata a ridurre la sintomatologia ansiosa, ridurre l’isolamento sociale e promuovere un migliore funzionamento sociale e lavorativo della persona.