Non sempre I problemi relazionali in una coppia possono essere dovute a difficoltà di comunicazione, comprensione, aspettative irrealistiche o tradimenti ma possono riguardare la sfera più intima all’interno di una coppia, dove si ritrovano problematiche fisiche e psicologiche come il vaginismo.
Il vaginismo si definisce come un disturbo che si manifesta sia a livello fisico, sia a livello psicologico ed emotivo.
A livello fisico il disturbo si riscontra un improvviso irrigidimento dei muscoli vaginali che consiste in una contrazione riflessa e involontaria dei muscoli del perineo, della vulva e dell’orifizio vaginale. Questo comporta una difficoltà o impossibilità di penetrazione sessuale.
Ma per capire meglio questo disturbo è importante ripercorrere la storia della persona che ne è affetta, in particolare della vita sessuale. Tra i fattori che possono contribuire all’origine del vaginismo possono esservi ricordi legati ai primi tentativi di penetrazione, esperienze passate di abuso sessuale, fattori educativi come la colpevolizzazione della sessualità e la creazione di aspettative riguardanti un intenso dolore associato al primo rapporto sessuale, alla perdita della verginità, oppure si ritrovano esami medici invasivi o a suture chirurgiche. Su un altro versante ci sono fattori che riguardano la gestione delle emozioni e il rapporto con la corporeità. Rimane sempre importante un esame medico approfondito per escludere altre forme di dispareunia.
Come tutte le patologie è necessario valutare la gravità del disturbo. La prognosi del vaginismo può dipendere da tre fattori:
- gravità della fobia (lieve, media o severa) che può variare molto a seconda della situazione psichica, dei livelli di ansia e stress cui è associata, del livello di maturazione esistenziale, della qualità del rapporto emotivo con il partner;
- intensità dello spasmo muscolare, valutato in quattro gradi, basati sull’osservazione del comportamento e della risposta fisica della donna, anche a livello genitale, durante la visita;
- presenza e gravità di fattori psicosessuali, personali o di coppia, che concorrano alla genesi e/o al mantenimento del sintomo.
Inoltre, diversi studi hanno permesso di classificare il vaginismocome:
- Primario: la donna non è mai riuscita ad avere un rapporto sessuale con penetrazione a causa delle contrazioni involontarie dei suoi muscoli vaginali;
- Secondario: donne che sono state in grado di sperimentare un rapporto in passato, ma che non riescono più ad essere penetrate in seguito alle contrazioni involontarie;
- Generalizzato: il vaginismo è presente costantemente e al variare dei partner;
- Situazionale: la disfunzione si verifica solo con un certo tipo di stimolazione, in certe situazioni e con certi partner.
E’ necessario sottolineare che i fattori psicologici sono stati oggetto di studi e ricerche approfondite da parte degli studiosi, invece, i fattori fisici che scatenano il vaginismo sono tuttora rivestiti da un alone d’incertezza, questo perché, spesse volte, le due categorie di fattori causali (psicologici e fisici) si sovrappongono e l’uno può essere conseguenza dell’altro: difatti un imene assai rigido e fibroso potrebbe essere difficile da penetrare e creare dolore durante il rapporto e divenire un primo fattore causale che predispone al vaginismo.
Cosa è possibile fare?
La prima cosa che si ritiene utile fare per iniziare un trattamento è fissare un appuntamento per un esame pelvico approfondito con un ginecologo così da escludere cause organiche.
Una volta avuta una valutazione medica, è necessario affiancare un programma terapeutico estensivo che combini: psicoeducazione, incentrata, ad esempio, sulla conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale (fasi del funzionamento erotico), miglioramento della consapevolezza del proprio corpo, miti comuni inerenti il sesso; terapia cognitiva, che comprende un’analisi e una ristrutturazione cognitiva dei fattori psico-sociali che hanno contribuito all’insorgenza e al mantenimento del disturbo; training di rilassamento; tecniche comportamentali, come la focalizzazione sensoriale; Tecniche di controllo muscolare per migliorare il controllo volontario; analisi delle dinamiche di coppia e delle modalità di gestione del rapporto sessuale da parte del partner.
Nell’ambito di tale patologia, è ulteriormente importante tener conto dei vissuti psicologici del partner in un quanto può di conseguenza sentirsi inadatto, frustrato ed incapace di soddisfare i desideri della propria donna. Ciò potrebbe comportare un deficit di mantenimento erettile o altre problematiche, che a lungo andare si potrebbero riflettere sulla sterilità.
Le paure, le ansie e le preoccupazioni legate al vaginismo si ripercuotono, quindi, negativamente sull’intimità della coppia, rovinando spesso anche i semplici rapporti interpersonali. Sulla base di ciò sarebbe utile rivolgersi ad uno specialista, lasciando da parte imbarazzo che potrebbe derivare dall’esternare le proprie fobie.