psiconutrizione

Psiconutrizione

La psiconutrizione è un approccio integrato che vede l’interazione di varie discipline: biologia, medicina, scienze dell’alimentazione e psicologia. Si pone l’obiettivo di studiare le relazioni, i pensieri, i sentimenti e le credenze sull’alimentazione e di aiutare la persona a gestire un rapporto più sano e benefico con la propria alimentazione.

La psiconutrizione nasce dalla necessità di concepire l’alimentazione non solo come un fattore meramente nutritivo ai fini biologici ma come componente fondamentale che contribuisce a un maggiore benessere psichico.

E’ proprio da tale presupposto che accanto al nutrizionista viene riechiesto l’intervento psicologico al fine di attenuare e monitorare le difficoltà che si riscontrano ad attenersi ad un modello dietetico idoneo dovuto a mancanza di motivazione, dipendenza da cibo e fame emotiva.

La correlazione tra alimentazione e benessere psicologico è noto da molto tempo e sempre maggiori studi scientifici ne hanno affermato il legame. Recentemente, il 28 e il 29 Settembre scorsi si è tenuto a Palermo un interessante Convegno dal titolo “Alimentazione e Salute Mentale. Le nuove conquiste del legame mente-corpo” in cui si sono affrontate alcune tematiche di grande attualità come la Psiconutrizione, la Psicobiotica e la Nutraceutica. L’intrecciarsi di inteventi a carattere medico e psicologico hanno toccato diversi punti fondamentali e collaterali dell’alimentazione: dalla prevenzione alla patologia.

Mettendo al centro dell’attenzione il lavoro di cooperazione tra psicologo e nutrizionista a supporto del paziente, si sottolinea come sia necessario costruire un piano alimentare personalizzato, che sia sostenibile, praticabile e accettato dalla persona anche da un punto di vista psicologico.

Sul retroscena della richiesta di aiuto esplicita al nutrizionista da parte del paziente si possono celare problematiche di entità più gravi, evidenziate dai primi segnali di difficoltà a gestire un regime alimentare equilibrato, che senza un adeguato supporto potrebbero comportare un ritorno ad abitudini alimentari disfunzionali.

Paola Di Natale, Presidente e Responsabile Scientifico del convegno,  spiega: “Una figura specializzata come quella dello psicologo è capace di lavorare sulla motivazione al cambiamento, sull’immagine corporea e sull’autostima, mentre il nutrizionista, attraverso il percorso di educazione alimentare, la dieta e la perdita di peso, inciderà sugli aspetti psicologici.”

Oltre alla tipologia di ruolo che riveste lo psicologo, è stata sottolineata l’importanza dei nutraceutici, cioè quei principi nutrienti contenuti negli alimenti che hanno effetti benefici sulla salute e che sono in grado di influenzare positivamente i disturbi legati all’invecchiamento del cervello, alle funzioni cognitive, emotive e comportamentali.

Alla chiusura dei due giorni di confronto e di divulgazione a Palermo rimane chiaro come l’importanza del cibo non debba essere intesa come distaccata dalla componente emotiva, che si trova altrettanto connessa ed influenzata dai rapporti sociali, dalle relazioni amicali e dagli ambienti di lavoro, i quali possono condizionare la fisiologia e la funzionalità dell’organismo.

Rimane importante ricordare il ruolo fondamentale che gioca la prevenzione come sottolineato dalla dott.ssa Nicoletta Salviato, Responsabile UOS Educazione e Promozione della salute, ARNAS Civico di Palermo “La prevenzione deve iniziare già nella vita prenatale, nella misura in cui i geni possono essere modificati dalle esperienze ambientali”.